venerdì 21 luglio 2017

Animali in città. Ecco perché è importante lasciare acqua per tutti



Ho scattato questa foto qualche giorno fa proprio vicino casa mia e, mentre osservavo la splendida cornacchia intenta a bere, ammiravo, soprattutto, la sua intelligenza.

Infatti, è prima rimasta ad osservare la situazione dall'alto, al sicuro sul ramo di un albero; poi lentamente è scesa e si è fermata sul marciapiede e, solo dopo essersi assicurata che nessun pericolo potesse essere all'orizzonte, ha deciso di posarsi sulla fontanella e di dissetarsi.

In questi giorni di caldo intenso lasciare ciotole dell'acqua a disposizione dei randagi e non solo o, quanto meno, lasciare che gli animali possano dissetarsi anche alle fontanelle pubbliche è un minimo gesto che si possa fare, anche se non sempre sembra sia così.

D'accordo che non è igienico far attaccare il proprio cane alle fontanelle, ma anche qui basta poco - io metto una mano a mò di ciotolina, il cane beve e nessuno si disturba -, per cui serve esclusivamente un pò di buonsenso e il problema si risolve.

Soprattutto in una città come Roma, che in quanto a pulizia ed igiene lascia davvero a desiderare...



Ma niente. Ci ostiniamo a pensare che lo spazio cittadino sia solo e soltanto nostro e di nessun altro.

Come se poi cornacchie e gabbiani, ad esempio, fossero felici di stare qui piuttosto che in campagna le prime e al mare i secondi. Per non parlare dei pappagallini e dei piccioni.

Alcuni negozianti mettono delle ciotoline con l'acqua davanti ai propri negozi. Anche il mio veterinario, grandissimo dott. Andrea Lanza e staff (Silvia Sebasti, Michela Pettorali, Francesco Menicagli), proprio all'ingresso dell'ambulatorio ha posizionato un contenitore con dell'acqua ed un altro con dei croccantini. E, esattamente come sotto casa, si è ripetuta la scena di una cornacchia planata sul marciapiede per prendere pappa ed abbeveraggi.

Piccoli gesti che fanno la differenza, che ci insegnano - o meglio ci ricordano - che in questo mondo siamo creature tra le creature e non usurpatori di spazi.

In questi giorni in cui gran parte della nostra città brucia (e probabilmente proprio per mano umana) qualcun altro ha ancora la capacità di provare compassione (nel senso più intimo del termine) per gli animali ed è questo il vero miracolo. Saper riconoscere in qualsiasi essere vivente la vita ed assumersi la responsabilità di prendersene cura, perché si tratta di un bene prezioso ed unico.

Non importa che sia un cane o un gatto o una cornacchia, l'importante è apprezzare la diversità e smontare nella propria testa qualsiasi presunzione antropocentrica per lascia spazio a quel biocentrismo, che renderebbe questo pianeta non solo più pacifico, ma soprattutto più libero e felice.


Sabrina Rosa


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