venerdì 19 gennaio 2018

In Svizzera stop alla cottura delle aragoste vive...una vittoria a metà


Fonte: Sky Tg24

Parlando qualche giorno fa con una persona, che reputo per me speciale e capace di grandi insegnamenti non solo da un punto di vista professionale, ma soprattutto umano, ho scoperto che, da sempre prova una particolare sensibilità verso gli astici.

"Che cosa curiosa", ho pensato, ma allo stesso tempo mi sono anche detta che in realtà esistono tantissimi animali che sono ignorati dalla maggior parte del mondo, anche da noi animalisti e che, quindi, è importante dedicare loro la giusta attenzione.

E così ho deciso di parlare proprio di loro, dei crostacei, dal momento che da qualche giorno la rete esulta per la vittoria legislativa elvetica, che vieta dal 1 marzo in poi di cuocere le aragoste vive, lessandole in acqua bollente.

zooplus.itA posto della morte per immersione in pentola, è, tuttavia, prevista per loro la distruzione meccanica del cervello oppure una sorta di elettroshock, possibile da farsi solo usando un apparecchio chiamato CrustaStun, che prima stordisce l'animale e poi lo uccide in circa 10 secondi. 

Tra l'altro per l'acquisto di tale apparecchiatura si parla di un costo di circa € 3.000,00, ma chi sosterrà una simile spesa per far morire un animale da mettere poi a cuocere?

Ora certamente è un passo avanti, ma verso cosa? La vittoria sarebbe stata l'abolizione completa dalle tavole di questi splendidi animali, che davvero non meritano un tale trattamento da parte nostra.

Da piccola per un certo periodo di tempo ho vissuto in Nord Africa e ricordo - ora con orrore, al tempo come fosse normale - questa pratica di mettere i crostacei nell'acqua bollente e di cuocerli ancora vivi. Le immagini riaffiorano come spezzoni di un film e sono ancora vive come allora.

A dettare questa scelta etica al governo svizzero è stata una ricerca americana, secondo la quale le aragoste possiedono un sistema nervoso abbastanza sviluppato da poter provare dolore.

Ovviamente, per smentire una tale affermazione, subito sono scesi in campo i difensori della buona tavola, secondo i quali niente di più falso si potrebbe affermare.

Ma la questione è un'altra: possibile che proprio non ci rendiamo conto di quanta violenza perpetriamo contro gli animali? Stesso discorso può essere fatto per il polpi, uccisi sbattendo loro la testa su una superficie dura, una morte atroce, che se non provoca dolore all'animale (ammesso che non abbia recettori del dolore), lo dovrebbe quanto meno indurre in chi insiste nel compiere una pratica tanto barbara. O, ancora, con i ricci, presi e mangiati vivi. E qui il discorso sarebbe davvero infinito...

Un piccolo spiraglio certamente si è aperto con questa scelta da parte della Svizzera, ma è un cammino lungo da compiere e, come sempre, tutto in salita...

Allora testa alta e in marcia anche noi che amiamo gli animali, come sempre facciamo, quando si tratta di piccoli amici a quattro zampe, a due zampe, con pelliccia, carapace, pinne o branchie.

Il diritto alla vita è diritto alla vita e basta senza ma e senza se e come tale va difeso un giorno dopo l'altro, fin quando il biocentrismo si sostituirà all'attuale visione attuale del mondo, che sembra non produrre nulla di buono, se non desertificazioni, creazione di zone morte negli oceani, deforestazioni e sparizioni di intere specie animali.

Grazie Alf per questo momento di riflessione importante, che ha preso spunto da te e che ora rimane qui a testimonianza del rispetto per ogni essere vivente che condivide noi lo splendido viaggio, chiamato, appunto, VITA!





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